Buen Camino. Capitolo 27. 29/10/2017

Buen Camino. Capitolo 27. 29/10/2017

Muxía, 29/10/2017

Ho deciso di scrivere un po’ perché non posso lasciar che vadano troppo via queste sensazioni prima di fissarle scrivendole da qualche parte.
Mi trovo a Muxía, è il giorno 3 del mio cammino, anzi camminino verso Finisterre.
Sono in una casa spettacolosa, che abbiamo trovato un po’ così per caso, un po’ cercando su gugl.
Mi ricorda tanto casa mia, entri e c’è una vetrata stupenda che affaccia sul mare.
I gabbiani volano fin dentro il nostro giardino, e abbiamo le galline sotto la finestra del bagno (che mi fissano se esagero col peto mattutino, tipo pochi minuti fa).
Le finestre hanno i vetri a forma di rettangoli giganti che danno un tocco romantico alla luce che entra.
Tutto è bianco e blu, la cucina è fighissima e super accessoriata, e mentre vi scrivo ho le mani profumose di Sveltos (versione spagnola) avendo finito ora di pulire le pentole usate ieri.
Io e Lei abbiamo cucinato per tutti gnocchi zucca e gorgonzola.
Apparte Lei, che è un capitolo apparte che per ora rimane Mio, c’erano con noi Laura (Argentina), Arcangelo (Molise, che più o meno è ignoto come l’Argentina per me), e Heidi (Messico).
Abbiamo parlato tutta la sera, abbiamo riso, giocato, ci siamo raccontati un po’ le vite.
Ben Harper in sottofondo, e coppia americana che mangiava al tavolo affianco al nostro.
Come se fossimo tutti una grande famiglia.
Ci siamo dovuti salutare ieri sera perché loro partivano stamane presto.
Il loro cammino è finito.
Bè, gli abbracci che mi hanno dato quelle persone che conoscevo da poche ore non li dimenticherò mai.
Pieni.
Potenti.
Energia positiva a profusione.

Stare qui sul cammino è un’esperienza unica.

In passato feci già un tratto con dei miei amici, e fu memorabile.
Avevo 25 anni e per me fu il primo grande momento di riflessione e introspezione.
Ora, con questi nuovi occhi e questi nuovi sensi, sento le cose con un’intensità del tutto diversa.
È come se il mio corpo, per reagire alla malattiaconilnomebrutto, avesse sviluppato le mie capacità sensoriali.
Un tramonto non è più solo un tramonto, un abbraccio non è più solo un abbraccio, un capitolo di questo blog non è più solo un capitolo.
Entra tutto dentro il calderone delle mie emozioni, e l’odore è simile a quello degli gnocchi zucca e gorgonzola.
Odora di buono.
Di vero.

Sono così felice di stare qui.

Oggi andremo in un piccolo paesino che si trova a metà strada da Finisterre.
Si dovrebbe chiamare Lirés.
Dicono sia un paradiso, ce l’ha consigliato il tipo che ci ha dato il libretto del pellegrino.

In questi due giorni ho visto posti stupendi, ho sentito le mie gambe stancarsi e ricaricarsi nello stesso tempo.
Il mio senso da esploratore ha sconfitto ogni brutto pensiero.
E credetemi, non sapete quanto ne avevo bisogno, quanto ho desiderato stare qui.

In questo momento sento in lontananza bimbini che gridano in spagnolo, forse stanno giocando a nascondino.
Sono le ore 9:06 e sta per cominciare questa meravigliosa Domenica da Pellegrino.
Oggi ce la siamo presi comoda perché i km da fare sono relativamente pochi.

Capita un giorno nella vita di ognuno di noi che bisogna scegliere cosa fare di sé stessi.
Chi essere.
Quale vocina interiore ascoltare.
Io ho scelto tempo fa.

La mia esistenza in questo mondo sarà da uomo viaggiatore.
Voglio conoscere il mondo.

Niente, ma proprio Niente con la enne gigante, mi distruggerà finché avrò una strada nuova davanti ai miei sensi.
Questa non è utopia, ragazzi.
Questo è solo il sogno di un uomo 30enne che ha capito cosa è davvero importante per lui.

Spero che ognuno di voi possa realizzare i suoi sogni, spero che ognuno di voi abbia il coraggio di inseguire i suoi sogni.

Non abbiate paura.

(Ve lo lascio dire alla foto che ho fatto sul cammino cosa voglio dire.
Ve la metto su).

Che se ogni giorno mi potessi svegliare con un decimo della serenità d’animo che ho in questo momento bè……avrei realizzato il mio.

Ora vado, mi aspetta una colazione vista mare.

Da Muxía è tutto.

Un abbraccio stritoloso a tutti.

Peace

Ale

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