Il Giallo a Sòfia. Capitolo 29. 6/12/2017

Il Giallo a Sòfia. Capitolo 29. 6/12/2017

Sono le 9:02 a.m. del mio ultimo giorno a Sofia.
Mi son svegliato da poco, fuori nevica.
Lei dorme con un’espressione che solo Dio saprebbe descrivere.
Sembra un angelo che fa sogni soffici.
Io sono già in piedi perché ho fatto il bravo uomo che si sveglia prima e fa qualcosa mentre gli altri dormono.
Così ho pulito un po’ la cucina, lavato qualche pentola e qualche piatto.
Ieri lei mi ha cucinato tante cose buonissime: un rustico broccoletti e bri troppo buono. Voi penserete, e vabbè che ce vo a fare un rustico, e invece no. Avreste dovuto vederla con che cura ha messo la giusta quantità di bri e di broccoletti e con quale delicatezza ha chiuso quei fagottini.
Le sue mani, le sue dita lunghissime sono ipnotiche.

Non afferrano le cose, le accarezzano.

Io invece ho pulito i gamberetti freschi per fare la pasta zucchine e gamberetti e poi ho tostato il pane.
Siamo una grande squadra in cucina (ma anche in altre camere eh….filtro vm18).
Ora son seduto su questa sedia arancione alta, e da poco ha cominciato a nevicare.
La casa che abbiamo è bellissima, un po’ strana, ma bellissima.
In quasi ogni stanza c’è il telecomando per cambiare colore alle luci, c’è la stanzacesso, e la doccia messa al centro del bagno, così ti lavi i denti mentre ti fai lo shampoo, tuttinsieme.
Ogni tanto qualche muro è ricoperto di pietra, i termosifoni sono dorati, c’è una bellissima vetrata gigante che affaccia su BoulevardVasilLevski.
Sofia è una città bellissima.
Ha un’aura potentissima dovuta alle milioni di storie custodite tra queste strade.
La sento forte.
Ha strade tutte piene di ciottoli, fiocchi di neve sulle auto e un mercatino di Natale ciccinissimo fatto da tutte casette di legno che vendono tutte cose belle, dal babbonatalino al panino con il salmone arrostito.
Ah, ci sono i semafori che segnano il giallo anche prima del verde: è una cosa che non avevo mai visto in nessuna città del mondo e mi pare una grande genialata.
Perché bisogna avvisare prima le persone solo quando devono fermarsi? Non è più bello avvisarle prima anche quando devono ripartire?
È un giallo premuroso, gentile, furbo.
Tipo un givemefive che ti dà il compagno di squadra durante il cambio.
Ue attivati che tra poco ti scatta il verde e devi sfondare tutto.
Più o meno dice così.
Vabbè, divago.
Intanto osservo le persone passeggiare fuori: hanno espressioni molto diverse dalle nostre, e camminano facendo passi piccoli.
È incredibile come il mio cervello sia fatto per ricordare in maniera precisa determinati particolari, e poi dimentichi cose importanti.
Funziona proprio strano.
Mi fa sembrare sempre un po’ fuori dal mondo, sempre un po’ scollegato dalla realtà.
I know, however.
Ora corro da lei. Continuo dopo.

Eccomi qua.
Siamo in aereo, direzione Roma.
Lei sta qui vicino a me leggendo un libro di Erri che le ho prestato.
Io sono in una sorta di dormivegliavegliadormi e mi rivivo nella testa questi 4 giorni di intensa vita sofiese.
È una fase del viaggio che adoro.
Alla fine sono pur sempre un malinconico alla ricerca della felicità. O viceversa, fate voi.
Credo che la malinconia sia un sentimento così sottovalutato: per me è una grande fortuna provarne un po’ ogni tanto.
È appena passata l’hostess, una signora simpatica che da subito è diventata sorella fidata.
Ci ha guardato e ci ha sorriso.
Mi capita spesso ultimamente che la gente mi guarda e sorride.
Forse sente l’energia positiva.
Forse sente l’amore che mi esce dagli occhi a forma di bambi, mha, non lo so.
Il fatto è che io e lei siamo due folli: insieme spruzziamo felicità, e il mondo se ne accorge quando ci incontra.

Io mi sento bene, sento una gran forza dentro di me, e ho voglia di fare mille cose.
Il lavoro procede, ho tante cose da gestire e la cosa mi fa parecchio piacere.
L’iperattività è linfa per il mio cervello.
Ah, ho una gran voglia di giocare a basket, l’altra notte ho addirittura sognato di mettere un buzzer beater.
Spero di poter giocare una partita di campionato quanto prima.

Si prega di allacciare le cinture, l’aereo è in fase di atterraggio.
Rumore delle ruote che escono.
Flap che si alzano.
Roma illuminata sotto di noi.

Al prossimo capitolo.

Peace

Ale

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