Radici, Energia: la mia Cambogia. Capitolo 37. 9/11/2018

Radici, Energia: la mia Cambogia. Capitolo 37. 9/11/2018

Sono le ore 5:00 a.m e sono sul tuc tuc che porta ai templi di Ta Prohm.
Sento un forte calore risalire dal terreno, adrenalina pura.
Stiamo andando a vedere l’alba in un posto speciale, a picco su un lago gigante.
Il nostro pilota si chiama Yi , ha 26 anni ed è nato a Siem Reap.
E’ piccinopicciò, veste con camicioni larghi stileclarkkent e un cappello nero con la visiera con ciuffo birbante che esce dal lato. Sopraannome: IgnacioPià.
Mi ha spiegato tutto quello che sapeva della sua terra, cercando di capirci in una lingua inglesespagnolitalianapoletana.
Nei suoi occhi c’era curiosità, voglia di scoprire il mondo e un po’ di sana malinconia.
Ci siamo capiti.

La Cambogia è un posto speciale. L’ho sentito subito, appena il mio piede ha toccato terra fuori l’aeroporto: è stato un boom.
Una connessione.
Uno scambio energetico fortissimo.
Non so come spiegarvelo: per sempre nella lista dei miei instanti perfetti il tragitto dall’aeroporto all’albergo. Da solo, su un carretto, per strade sterrate e un profumo di natura nell’aria. Km di terra incontaminata si srotolavano davanti ai miei occhi, vecchie casette fatte con il legno che trasudavano di verità e autenticità, bambini che si rincorrevano a piedi nudi, e alberi, alberi ovunque.
Quanto mi son sentito piccolo, quanto mi son sentito pieno.
Moments.
La natura in questo posto, ha la priorità su tutto: tutto si muove seguendo un’unica frequenza ed è pura magia.
E’ un’energia ultraterrena, che ti fa sentire forte e vivo come non mai e ti fa pensare d’esser parte di qualcosa di nuovo, di incredibile, di naturale.

Di solito scrivo partendo da un particolare e sviluppando un pensiero concreto, campo chiuso e campo aperto, macro e micro, climax ascendente e conclusione.
Qui non è possibile.
Qui ho talmente i sensi alterati che non posso concentrarmi su una cosa sola, non ci riesco.
E’ un pensiero caotico che mi disorienta.
E’ una pulsione.
Bum, bum, bum. Sento la mia testa alleggerirsi, il mio cuore allargarsi, le mie sinapsi allinearsi, le mie vene malconce prender la forma delle radici di questi alberi secolari, intrecciate nelle mie carni.
Sono parte di tutto questo, sono nato per sentirmi così.
Ho bisogno di sentirmi così.

In questo momento i miei amici stanno parlando di storia e musica, di Liberato, e io sto qui a buttar giù due righe su ColorNote e chissà quando riuscirò a tramutarle in un capitolo vero del mio blog.
E’ incredibile come mi senta così vivo, così libero in questo momento.
L’anno scorso in questo periodo stavo contando i pelini nuovi che mi eran cresciuti sul mento, e ora sono qui, su questo tuctuc a scrivere un nuovo capitolo della mia vita.
Mi sento così fortunato che non avete idea.
Ed è questo mio modo di sentire che mi ha reso ciò che sono, che mi ha protetto, che mi ha dato la forza.
Penso a quanto la routine milanese sia così diversa da quel che sono, e a come debba fingere di essere chi non sono, pur di sopravvivere.
Penso a quanto vorrei dedicare la mia vita ad ascoltare solo ciò che sento, senza paure, senza preoccuparmi di sentirmi inadatto.
Senza preoccuparmi di soldi, carriera, macchina e casa bella. Dedicando la mia vita alle emozioni, come un poeta, un cantante, uno scrittore, un missionario, un vagabondo viaggiatore.
E’ una pulsione involontaria, non ho colpe.
Nelle pupille dei miei occhi si specchiano in questi giorni mondi così diversi da quello a cui son abituato, così veri, così dannatamente veri.
Ogni viaggio è un’occasione in più per ritrovarsi e qui in Cambogia sta succedendo in una maniera così bella e naturale che quasi mi viene la felicità isterica.
Definizione “Feliciità isterica” : stato di trans-emozionale contornato da battute da simpatico umorista random no sense all night long)

Amache appese ovunque, bambini seduti al contrario sui motorini, che poi si rincorrono a piedi, che poi giocano con il fango, che poi giocano con una pallina di scotch, e che poi ridono, ridono tantissimo.
Di fronte a certi spettacoli mi vengon in mente i bimbi all’Esselunga sotto casa, che piangono per avere l’ennesima Coca-Cola o il nuovo tipo di cartella colorata, o la merendina con la cioccolata pupazzosa.

Mha, forse c’è qualcosa di sbagliato in questo mondo.

Uomini che si arrampicano per prendere cocchi e poi te li offrono, acqua o latte di cocco al posto del Gatorade, elefanti al posto delle fiatmultiple, tronchi al posto di pilastri di cemento, terreno al posto dell’asfalto.
Siamo appena arrivati in questo posto meraviglioso e mi sento come coccolato.
Il lago fa da specchio all’alba ed è come vederne due. Un’alba è bella, ma due,che spettacolo.
Tra circa 10 secondi poserò ColorNote e mi dedicherò al Viaggio.
Non posso perdermi tutto questo.
Mi sollazzo in questa sensazione di totale libertà, guardo il cielo.

Sorrido.

Ale

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