Si gioca a basket! I giorni in Suguta. Capitolo 44. 15/08/2019

Si gioca a basket! I giorni in Suguta. Capitolo 44. 15/08/2019

Ieri ho pianto.
Sergio ha consegnato una maglietta ad ragazzino per meriti scolastici e ha fatto un discorso coachcarterizzante per spingere i ragazzi a conquistarsi con impegno e costanza quello che desiderano.
Mi sono commosso.
È davvero stupendo il modo in cui Sergio cerca di motivare i ragazzi, non accettando il loro destino segnato dal fato.
Profonda stima.
La cosa più bella era che un ragazzo si è offerto di tradurre in Samburu quello che stavamo dicendo in inglese, per far capire il messaggio anche ai più piccoli.
Vederli incantati mentre gli si raccontava quelle cose mi ha fatto crollare.
Erano così attenti, così confusi, così veri.

Applausi.

Vi racconto com’è andato il quarto e quinto giorno, cercando di fare il prima possibile perché oggi sono davvero super stanco e non so quanto resisterò sveglio.

Ieri siamo andati in giro con Padre Albert nella savana.
La prima tappa è stata a Logorate, una piccola frazione di Suguta, a casa di una famiglia che aveva una sorta di manyatta: sono piccole casette fatte con fango e legno costruite in mezzo alla natura.
Erano dei pastori: figlia piccina che gioca a fare formine con il fango, figlia più grande che lava i vestiti, mamma e due maschietti che pulivano i fagioli appena colti, papà non pervenuto.
Dopo un po’ ci siamo rimessi in auto e tra una derapata e l’altra, stile tokyo drift, siamo arrivati in un’altra manyatta, completamente immersa su un altopiano immenso.
Io che son nato in un paese di mare sono abituato all’orizzonte infinito, ma avevate mai pensato che potesse esistere un orizzonte infinito fatto di un mare di terra erbosa e non di mare?
Senza fiato.
Questi territori sono così diversi da quello che conosco.
Ma me ne accorgo pure mentre cammino, ad ogni passo, c’è una pianta che non ho mai visto, un fiore che non ho mai visto, un uccello dai mille colori che non ho mai visto.
Pure le lucertole sembrano correre in maniera diversa.
L’Africa è un altro pianeta.
Tutto da scoprire.

In questa manyatta viveva un famiglia intera e un italiano che aveva deciso di sposare una donna samburiana, si è innamorato.
Qui non siamo in Brasile che gli uomini porci italiani vanno a prelevare le belle donne per portarsele in Italia, qui siamo nella savana.
E se un uomo decide di sposare una donna, che non è manco sta gran figa a dirla tutta, può essere solo e soltanto amore.
Ha circa 50 anni ed è di un paese vicino Milano. Un uomo simpatico e buono, anche piuttosto emozionato per il matrimonio imminente.
Lei aveva già dei figli, tra cui uno scricciolino sdentato che avrete già visto su una foto che ho postato giorni fa.
Bhe, mentre le femminucce giocavano con gli smalti io e lui facevamo cose da uomini. Ci siamo un po’ scelti.
Mi ha fatto spanzare dal ridere, aveva una voglia di vita incredibile.
Sempre in movimento, sempre attivo.
Occhi neri, sguardo furbo e attento.
Ha passato il 90% del tempo che siamo stati li intrufolato sulle mie spalle, braccia, mani.
Abbiamo riso tanto insieme, chissà dove sarà tra 20 anni.

However, tornati alla nostra base abbiamo fatto sistemare i canestri e abbiamo dato i palloni ai ragazzi: ci sono alcuni che davvero, con un po’ di allenamento costante durante tutto l’anno, potrebbero diventare super forti.
Magari c’è un Giannis tra loro, chissà. Le doti atletiche sono da paura.
Ho giocato con loro, 1 vs 1, gare di tiro, un po’ di trash talking, handshakes.
Tutto questo contornato da pause-bambini super piccoli che mi saltavano addosso fino ad arrivare a momenti dove ne avevo 4/5 in braccio contemporaneamente.
“alex, musungu, alex, alex, alex”
Ancora una volta elettrocardiogramma impazzito.

Il giorno dopo l’abbiamo passato a fare i pittori, abbiamo rifatto il look al campo.
Io e Deborah abbiamo ripitturato tutte le linee, e Sergio si è occupato dei tabelloni.
Praticamente sono stato tutto il giorno posizione squat e ora infatti cammino come un vecchio di 80anni.
Che soddisfazione sarà vederli allenare sul campo finito.,
Non vedo l’ora di dargli le magliette e le scarpe che abbiamo portato qui nei megavaligioni.

Sarà stupendo.

L’energie mi abbandonano, vi abbraccio tutti.

Da Subuta è tutto,

Peace

Ale



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