La mia seconda possibilità. Napoli, da Casa mia, 16/02/2016

La mia seconda possibilità. Napoli, da Casa mia, 16/02/2016

Ho appena steso una lavatrice di panni, tra cui il mio pantaloncino rosso preferito che avevo usato l’ultimo allenamento di basket il 10 dicembre 2015.
Erano stati lavati e stesi, sia chiaro, già il 10 dicembre sera, ma erano rimasti fuori appesi sullo stendino fino a stamattina.
Mentre li stendevo ho avuto un sano momento di ispirazione.
Quelli che mi capitano all’improvviso e sento il cuore battere più forte, e la mia testa rimbalzare sulle nuvole.

Cari ragazzi, può sembrare buffo, ma è in quel momento in cui ho realizzato che tutto stava tornando al suo posto.

Per un uomo disordinato come me, fare una lavatrice è sempre una cosa importante, sia chiaro.
E’ prendersi cura di se stessi, è giocare la propria libertà, un pò come fare la spesa al supermercato da solo e compiacersi di quanta responsabilità si sta mettendo nel leggere l’etichette degli alimenti prima di metterli nel carrello.
Ma il momento migliore è la fine della lavatrice.
Stendere una lavatrice di indumenti per me è….come fare yoga.
E non è solo il Dixan gusto Lavanda.
Quegli indumenti profumano di diverso, di buono, di amore, di seconde possibilità.
(seconde possibilità è sottolineato nella mia testa quindi sottolineatelo pure nella vostra)

Questi due mesi sono stati duri.

Tutti i giorni per due mesi, appesi ad un filo…e porsi tutti i giorni la domanda…”quando finirà tutto questo?”…con tanto di eco sulla o.
Aria irrespirabile, quella che fa mancare il respiro, giorni di solitudine e pioggie di Dicembre e Gennaio che hanno allentato l’elastico.
Sembra un pò malandato, sono stati due mesi lunghi, molto lunghi.
Forse i più lunghi della nostra vita.
Notti infinite, e freddo, tanto freddo.

Che mi tremano le mani solo a ripensarci.

Notti dove i pensieri erano scherzi del destino, erano attese, attese interminabili.
Ed è vero l’elastico si sarà pò allentato, ma, uagliù, dovreste vedere.
E’ bastato un lavaggio al profumo di seconde possibilità per ravvivare il suo colore.
Rosso fuoco, pare che scottano in mano.
ora sono seduto sulla mia sedia e sto scrivendo da casa mia.
e non sapete che grande conquista sia per me, avere un momento di solitudine serena.
Perso nello yoga di una lavatrice stesa senza mollette, tranne una, che metto sempre sul pantaloncino.
E’ la sua molletta.
Perchè a volte nella vita, se da solo non riesci a salvarti dalle intemperie che accadono, ti serve qualcosa a cui aggrapparti.
A volte può essere una molletta, a volte può essere l’amore infinito di una mamma e di un papà che mi hanno salvato e non finirò mai di ringraziare.
Non dimenticherò mai quello che hanno fatto per me.
Sarà sempre con me il ricordo di mio padre con la testa sul letto vicino alle mie ginocchia a cercare di dormire. E quando lo chiamavo mi rispondeva dopo un secondo, come se non stesse dormendo, con gli occhi rossi pieni di stanchezza.
E quando mia madre mi accarezzava il viso mentre dormivo.
E io la sentivo ma non aprivo gli occhi.
E il dolore era meno forte, perchè la mia mente era occupata ad “ascoltare” le sue carezze.

E’ così la vita ragazzi: nessuna pioggia, nessuna intemperia, niente può portarti via da uno stendino se hai mollette forti come il loro amore.
Perchè quando ora, dopo quasi un mese, mi vedo allo specchio, sento profumo di …una seconda possibilità al gusto di lavanda.
E’ ora di rimboccarsi le mani ora.
Finalmente è tutto finito.
Io e il mio pantaloncino ce l’abbiamo fatta.
W le mollette.
Peace
Ale

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