L’arte di Maradona. Capitolo 53. 26/11/2020

L’arte di Maradona. Capitolo 53. 26/11/2020

Oggi è morto Maradona.
Arresto cardiaco, 60 anni.
Oggi si piange.
L’eroe dei nostri tempi, il simbolo di un popolo intero, l’uomo che la città di Napoli ha divinizzato all’inverosimile.
Maradona io l’ho visto a 4 anni, papà mi racconta sempre che mi portò allo stadio per assistere al miracolo della reincarnazione di un nuovo Dio, ma io ahimè nun m ricord.
Maradona per chi ha la mia età è qualcosa legato più al mito che alla realtà, è una storia fantastica di un uomo che ha liberato Napoli, è il guerriero che ha sollevato le sorti di un popolo.
Si, esattamente questo, non sto esagerando.
E per chi tra di voi sta leggendo queste parole, ma non è napoletano,..lasciate sta uagliu, stat senza penzier: certe cose non le possono comprendere coloro che son nati senza mare nel cuore, senza offesa.
Maradona è stata da sempre la personificazione di Napoli, da quando giocava nel fango sul campo di periferia, a quando faceva uso di droga e altre stronzate.
I napoletani lo ameranno per sempre perché, come Napoli, Diego non ha mai finto di essere un supereroe senza peccato.
Croce e delizia, bene e male, fuoco della lava del Vesuvio e dolci onde del mare a Mergellina.
Diego era uno vero, uno che aveva un cuore immenso, che spesso non ha avuto il giusto giudizio nel capire le persone che gli erano attorno.
Sia chiaro, non era affatto un santo, anzi.. Diego era dannato. La sua ricerca di stimoli lo aveva reso schiavo di sé stesso.
Un uomo tanto forte in campo, quanto debole fuori.
Io l’ho sempre percepito così.
Poco fa ho aperto Facebook, che ormai sta diventando il covo dei repressi e degli analfabeti. (e la cosa mi fa tanto paura, ma questa è un’altra storia.)
Ho letto un pó di post, commenti vari, articoli, e sinceramente mi viene da piangere.
Pianto vero. Di una persona che, impotente, vede il mondo colmarsi d’odio in ogni situazione. Senza nessun tipo di freno, senza bontà nell’animo, senza comprensione.
È davvero incredibile come l’uomo abbia perso la sua umanità, anche in un giorno come questo.
A prescindere da Diego, sia chiaro.
Sempre tutti pronti a puntare il dito contro chi è diverso da noi, sempre pronti ad essere pungenti e cinici da dar schifo.
Ma cosa siete diventati tutti là fuori?
Io davvero non mi meraviglio più (ed anche questo fa paura).
Riguardo Diego, bhe, penso che pochi hanno l’intelligenza di capire che l’ARTE in ogni sua forma, muove lo spirito umano, muove le emozioni, estremizza le sicurezze ma anche le insicurezze, e a volte crea vortici immensi dove si può cadere dentro. È il caso di Leopardi, Picasso, Mozart, Michelangelo, Caravaggio, Freddie Mercury, Micheal Jackson, Kurt Kobain, Chester Bennington, Robbie Williams, e potrei continuare all’infinito…etc. Tutte queste persone cosa ci hanno insegnato? Essere ARTISTI vuol dire essere la definizione ESTREMA di esseri umani. Con le proprie debolezze, i propri difetti, continuamente alla disperata ricerca dell’emozione intensa per fuggire dal tormento delle loro anime.
D’altronde questo fa l’artista, implode ed esplode mille volte, è un fuoco perenne, che spesso ti scalda, ma che può anche scottarti.
Loro bruciano per loro stessi e per noi comuni mortali che non sentiamo quell’ispirazione, che non abbiamo quella sensibilità. Loro ci aprono gli occhi e la mente, ci lanciano messaggi e ci fanno riflettere.
Fatevi un esame di coscienza quando parlate così di cose che nemmeno sapete, affidandovi al pregiudizio come punto fermo della vostra vita.
Aprite le vostre menti, e studiate. Aprite sti cazzo di libri.
Diego è stato ARTE perché ha creato qualcosa di unico, che nessuno prima aveva mai fatto.
C’entra lo sport sicuramente, ma per me è una piccolissima parte del “sogno”.
Diego era artista, perché ancora oggi quando vedo mio padre e mio zio parlarne, gli luccicano gli occhi. Perché loro hanno visto Dio sul campo di calcio, hanno visto cose che ancora oggi fanno riaffiorare un’estasi paragonabile solo all’amore.
Noi Diego non lo dimenticheremo mai, perché era uno di noi. Perché ha dato a Napoli la speranza di credere che a volte i sogni si avverano e per noi napoletani, dediti da sempre al fato e al destino, è l’unica cosa che conta.

Grazie di tutto Diego

Peace

Ale

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