Son Colori. Capitolo 8. 30/06/2017

Son Colori. Capitolo 8. 30/06/2017

Saluta Andonio a tutti.

Oggi è una giornata un pò strana, non so spiegarvela.
Tipo caotica, tipo che non ho ben capito quando è iniziata.
Ho finito presto Gara 4.
Non c’è stata partita.
E’ venuto Pasquale, il super infermiere che mi sta accompagnando in questi giorni.
Ha deciso che bisognava giocarsela nei tempi regolamentari, niente overtime. Allora ha fatto na cazzo di combo e dopo avermi svitato un attimo il braccio, mi ha fatto na modifica tropp bell, tipo un rubinetto nuovo vicino alla vena, e so andato spedito fino alla sirena.

Pasquale è un tipo assurdo: un iperattivo, uno basso 1e40 ma che quando cammina tra i corridoi…giganteggia.
Mah, dovreste vederlo.
Sembra Cp3 che fa gli assist, và in sala infermieri e alza il lob per Neddy, poi và nella sala medicheria, fa un pò di trash talking con NaturalGel e tutti ridono senza manco sapere perchè. Fai i crossover di Allen Iverson in mezzo al corridoio mentre prepara le lenzuola per i letti.
Vola, volteggia, trottola.
Ha la faccia da furbacchione, ti ispira quella complicità tutta napoletana, fatta di occhiolini, gesti fugaci, casatielli e sfugliatell.
Bella storia.

Ah, vi ricordate quando vi parlai del signor Rosario, il signor baffuto che avevo come compagno di stanza al Pascale? Quello batuffolone che assomigliava a Pablo Escobar e Ciccio Ingrassia…eh.
Bè prima che venisse lui al Pascale c’era un signore al suo posto, se la passava male.
Questo signore si chiamava signor Vincenzo.
Bè ragazzi, ieri mentre ero a fare gara 3 con Mike, me lo sono trovato fuori la porta tutto arzillo e mi ha detto ” uagliò ma sei Alessandro”? poi si è rivolto alla figlia e ha detto “uè , ma è iss? m par nu poc chiu chiattulill”.
Io a stento l’avevo riconosciuto.
Pensate che quando ero al Pascale non mi aveva mai rivolto la parola. Aveva subito un’operazione potente e faceva fatica a parlare. Aveva il letto affianco al mio, mi diceva solo si e no con gli occhi, e io la notte badavo un pò a lui.
E invece ora me lo trovo fuori la porta a fare le piroette: pensate sia una coincidenza che ci siamo ribeccati qui nello stesso reparto, negli stessi giorni, dopo aver passato un pò di tempo insieme al Pascale? I’don’t think so.

Qui niente è coincidenza.

Mi ha fatto strano: lui era sempre così freddo con me, sempre silenzioso. Mi sono sentito un pò stupido: avevo creduto che lui fosse davvero così e non che stesse talmente male da non riuscire a dimostrare chi era davvero.
Ho pensato a quante volte giudichiamo le persone a primo impatto senza davvero capire chi sono.
Che magari loro stanno combattendo una grande battaglia e a noi sembrano poco interessanti solo perchè hanno il colletto della camicia sporco.
E’ una cosa che faccio anche io, sia chiaro, e sbaglio.
Vincenzo ha un cuore grande, è come se fosse venuto a cercarmi per scusarsi del fatto che non era stato sè stesso quei giorni dopo l’operazione…Non l’ha detto espressamente, perchè nun fa omm, ma i suoi occhi umidi dicevano quello.

Oggi gara 4 è andata na bomba. Stamattina nella mia stanza si so riuniti tutti gli specializzandi, abbiamo fatto un pò di bordellino, roba che se mettevo la Macarena scattava il gioco aperitivo.
Tutti oh yeah, sembrava na puntata di Scrubs. C’erano tutti! C’è il mio JD: specializzando, moro, indossa converse verdi forforescenti e parla di serie televisive. Mi ha promesso che mi porterà una pennetta con dei cartoni animati manga sul basket che non avevo mai sentito.
Dott. Eroe invece è ovviamente il dottor Cox ma con una tocco di Turk, che lo rende più umano e meno borderline.
Vi giuro sto ridendo da solo, sono proprio loro cazzo!
Vabbè cmq io e la mia immaginazione ci stiamo divertendo.
La nausea un pochetto ce l’ho, son sincero.
Ma non mi sembra peggio della nausea di sabato mattina dopo aver passato il venerdì sera al Perditempo al Centro Storico.
Insomma, se pò fa.

Ah, un altro fatto bello è successo.
Oggi mentre Mike stava facendo i fatti suoi, fadeway, fallo e canestro e bla bla bla, si è presentato alla porta un ragazzo che si chiama Pietro.
Mi ha chiesto se fossi Alessandro…
Aveva letto il mio blog.
E’ un ragazzo simpatico, ha la testa tutta rasata per via della terapia, ma sta in gran forma. Gli ho fatto un pò di domande e lui è stato lì a rispondermi senza esitazione.
Ho scoperto che mi aveva trovato perchè il mio blog era stato condiviso su un gruppo chiuso su fb dove ci sono tutti ragazzi come me che avevano avuto questa mia stessa malattiaconilnomebrutto.
E’ tipo un gruppo universitario, dove invece di passarsi le date degli esami e i consigli su come superarli ci si passa esperienze ed emozioni.
E tutti si danno la carica, perchè in alcuni casi non ce la puoi fare da solo e non tutti sono fortunati come me che hanno cento mille milioni di amici.
Credo che appena staremo bene li vorrò vedere tutti, e nascerà sicuramente qualche nuova bella amicizia.
Insomma lui era già arrivato alla fine del viaggio ed era venuto a salutarmi dopo aver fatto l’ultimo ciclo T-Mac.
Mi ha chiesto di farsi una foto e l’abbiamo postata su sto gruppo come se ci conoscessimo da sempre. E ho sentito l’abbraccio forte di milioni di sconosciuti tra tutti quei commenti e mi piace. E c’è stata una signora che tra i commenti che mi ha scritto “Anche mio figlio ha fatto Mike, tu come stai?”
Mi ha fatto tenerezza: parlava addirittura la mia lingua.
E quell’abbraccio ha avuto un’energia diversa perchè era fatto da persone che erano passate tra queste mura, che avevano vissuto le mie stesse paure e ansie, che sapevano davvero di cosa stessi parlando.
Bella storia.

Insomma cosa posso dirvi.
Posso dirvi che scrivere mi fa talmente scollegare il cervello che sembra di passare in un’altra dimensione. Non vedo più cosa c’è realmente intorno a me, ma costruisco un mondo fantastico dove gli infermieri ballano al ritmo di musical e Pasquale pare un pò Cp3 e un pò Totò.
E NaturalGel ha i capelli sempre ammostr. Ma quella è realtà, non fantasia: bha, pare Totti ai tempi der cucchiaio.
Sono le 19:19 e mi è appena arrivata la cena: pasta triste, con formaggio triste, con spinaci super tristi. E io ho le orecchiette con i broccoletti di mamma, fuck the system.
Alzo lo sguardo e vedo i pini giganti dalla mia finestra che poi forse un pò mi mancheranno: li ho fissati così tanto in questi giorni che potrei disegnarveli, ramo per ramo. Il vento li fa muovere un pò ma non tanto, gli da giusto quel tocco che pare avessero vita propria.
Come se fossero tante manine che mi salutano, e mi dicono “dai ale, sbrigati che qua fuori c’è tutto un fatto bello, muoviti”.
E forse un pò tutto mi mancherà, perchè sono figlioamamma e mi affeziono anche ai bottoni rotti.
E la mattonella scardata in bagno, e la televisione che fa bizuummmm quando l’accendi, e il neon della camera che quando lo spegni per altri 10 minuti fa un pò effetto IbizaTunzTunz. E la confezione di gallette di riso che nonsiamaiiddio è rimasta perfettamente in bilico per tutti questi giorni sulla scrivania, intonza. Ua ma quanto fa radicalchic scrivere intonza? boom.

Io mi sento in famiglia.
Ora proprio mi è venuta a salutare l’infermiere che starà stanotte qui in reparto dicendo “uè Alessà,tt appost?”, e io “si uagliò, tu che dici?” e lui: “tutt’appost, stanotte stai nelle mie mani”. Abbiamo fatto un batticinque handshakemotherfucker e ci siamo fatti l’occhiolino bucchinaro.
Sapete cos’è?
Ci saranno giorni belli e giorni brutti, questo lo so.
Ma se ci si apre totalmente al mondo, e alle persone…loro poi ti rispondono chiamando un ciclo di chemioterapia Mike.
Bè, vedete me, ho appena riletto ciò che ho scritto all’inizio di questo capitolo. Avevo cominciato il racconto con “oggi è una giornata un pò strana”, e lo ricordo quel grigiore iniziale rileggendomi.
E invece è bastato raccontare davvero ciò che mi circonda per capire che un pò sono anche fortunato.
Ora è Blu Cobalto: ora mi sembra na giornata bellissima.
Con le gallette di riso che traballano mentre clicco i tasti sul pc, ma non carn.
E mi assomigliano un pò, con quel loro oscillare, che pare che mò stanno carenn, e poi nun carn.
E con i rami che mi salutano, e mi fanno proprio il segno di “vieni compà, vieni a pariare con noi”.

Ed è questo il punto: io vedo la foto con il mio nuovo amico Pietro, e lo ammetto, sono un pò ocess senza barba, ma ho l’espressione….serena.
Alla fine tutto quello che ho ora sono io che scherzo con il mio presente.
E queste giornate un pò strane, che pur se iniziano grigie, poi diventano bluCobalto.
Che ti fanno pensare a ciò che hai perduto e a ciò che riconquisterai.

Ci saranno mille amici ancora da incontrare, e mille storie ancora da vivere.

E non vedo l’ora di raccontarvele.

Peace

Ale

Ti ringrazio della lettura. Se ti va puoi scrivere qualcosa qui:

comments