Un compagno speciale. Napoli, 15/09/2016

Un compagno speciale. Napoli, 15/09/2016

Napoli, 15/9/2016

Sono le ore 20:30 e sono in stazione.
C’è un sottofondo di pianoforte e gente che canta.
Sono con il mio zaino viola, quello che mamma mi compro’ quando avevo 10anni, costava 150mila lire.
Mi serviva per un campo scout.
Me lo ricordo come se fosse ieri. Me lo ricordo perché erano tanti soldi, e un po’ mi sentivo in colpa. Ricordo che c’era un altro grigio, più piccolo.
Mia mamma era orientata su quello.
Io guardavo timidamente quello violagigante e allora chiesi di provarlo.

Era perfetto.

Duecentomila cinghie che mi facevano sentire super figo, super viaggiatore, super man.
Mi sentivo Indiana Jones.
Ero un viaggiatore grande.
Nella mia testa di polpetta11enne il concetto era semplice: più grande sarebbe stato lo zaino, più grandi sarebbero stati i viaggi che avrei potuto fare.
Mamma, che è la creatura più bella dell’universo, me lo prese.
Fu un giorno stupendo.

Ora sono qui, dopo 20 anni, con il mio compagno di viaggio.
La musica è finita. La stazione è semideserta.
Ci sono tipi con tanti carrelli della spesa che regalano panini ai senza tetto.
Non mi sorprendo: Napoli è così.
La città più generosa del mondo.

Potrei continuare all’infinito a raccontare.
Mi fermo perchè un’amica saggia mi disse un giorno :”tu puoi aspettare il treno, il treno non aspetta te”.
Vi lascio. Mi lascio.
Non voglio fare discorsi esistenziali.
Non sono nessuno per dirvi cosa fare e come farlo.
Però, dal profondo del mio cuore, spero che ognuno di voi che sta leggendo queste due righe stia lottando per la vita che ha sempre desiderato vivere.
Spero che ognuno di voi si senta vivo, libero, felice.
Spero che ognuno di voi, ogni tanto, si senta come me in questo momento.
Con i sensi esplosi.

E mille storie da condividere con un compagno speciale.

Peace,

Ale

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