Ho vinto. Capitolo 57. 28/07/2022
Quell’ultima scena della Ricerca della Felicità dove Will Smith corre in mezzo alla gente e si applaude da solo e piange di gioia.
Io alle ore 13:16 del 28/07/2022.
Ora che sono finalmente a casa dopo una giornata in ufficio, posso mettere la mia playlist di Yiruma, e rendermi conto di quello che ho finalmente realizzato.
Se provo a chiudere gli occhi mi saltano in mente tutti i momenti più intensi di questo incredibile viaggio durato quasi 2 anni.
Quelle notti passate da solo su quel pc a segnarmi sull’agenda tutti i numeri presi da tutti gli annunci del mondo, con i commentini e i disegnini, io e quella candela profumata che mi dava la speranza di non arrendermi.
Quelle volte che mi è stato detto “no, mi scusa è stata già venduta”
“no, mi scusi, non accettiamo vincolo di mutuo”
“no, mi scusi, non accettiamo proposte a ribasso”
Quella volta che “Alessandro la signora vorrebbe venderla a te, gli sei simpatico, ma non può più aspettare”
Quella volta che “Mi spiace non possiamo continuare con la pratica d’acquisto per questo problema X”
Quella volta che ero già praticamente entrato in casa con i mobili regalati da un’amica, e mi è stata negata, per colpe non mie.
Tipo orgasmo strozzato.
Quella sera che faceva temporale fuori ed ero in questo monolocale a Milano trovato su un gruppo fb, solo per 15 giorni durante la pandemia nel periodo di Pasqua per cercare casa andando a chiamare portone per portone tutti i numeri degli amministratori che trovavo appesi in quella zona, con l’autocerficazione anticovid in tasca.
Mi ricordo che feci Pasquetta a mangiare il riso al parmigiano Knorr, cucinato su un fornello unico (in foto).
Quel monolocale non aveva una cucina.
Tutti i bar, tutte le edicole, tutto il mondo aveva il numero di Alessandro Casa Milano.
Credo che in quel periodo avrò parlato con più di 200 persone al giorno.
Tutti i giorni, per mesi.
Mi viene in mente la frase di Kobe: per essere competitivo devi fare di più di quello che fanno gli altri, solo così riesci a spingerti oltre al limite e a vincere.
È quello che ho fatto.
L’ho desiderato così tanto che non esisteva nessuno al mondo che si stava impegnando più di me nel fare una cosa. Ma proprio in generale.
Quella volta che sono diventato amico di Ozzy, un ragazzo egiziano che lavorava in un CAF trovato a caso dopo aver visto una casa.
Lui mi ha aiutato tanto.
Quella volta che chiuso nella mia coccinella, rimasi fermo a guardare il vuoto per ore, e dentro di me nasceva solo frustrazione per l’ennesima delusione dall’ennesima conversazione whatsapp finita male.
Quelle ore passate a telefono.
Quei fogli Excel con dieci colonne di commenti.
Quelle chiamate di mia madre che mi diceva “Ale dai basta, smettila di cercare, vai a dormire”
Ma io non ho dormito.
Ho fatto tutto solo.
Solo.
Tutto dannatamente solo.
Questa per me è la mia più grande vittoria in assoluto.
Per me ha un valore immenso, più di quando sono guarito dalla malattiaconilnomebrutto.
Perché sta vittoria è dipesa solo da me, solo dannatamente da me. Da nessun dottore, da nessun farmaco, da nessun aiuto difensivo dal lato debole.
Io e la mia forza di volontà, uniti per arrivare a quell’obiettivo. Come quello di lavorare nel marketing di una multinazionale.
Come quello di andare in Africa in missione umanitaria.
Come quella di andare 3 giorni in USA a vedere LeBron.
Come quella che mi ha spinto gli ultimi 10km del Cammino cantando canzoni di cartoni animati per cercare di tenere alta l’energia positiva dei miei compagni di viaggio.
Purtroppo ci sono state battaglie che non pensavo di dover combattere in questo percorso.
Ahimè, ho imparato che nella vita poche persone davvero riescono a mettere gli altri prima di sé stessi.
Ricordo quella volta che rimasi 3 giorni a letto a piangere dopo la casa con il terrazzino persa dopo aver avuto l’accettazione della proposta.
Dopo l’ennesima leggerezza ricevuta di una persona molto importante per me. Dopo aver subito senza poter cambiare quel destino.
Il senso di vuoto che provai fu immenso.
Non ricordo molto dei 2 mesi che vennero dopo, perché credo di aver vissuto il momento più buio della mia vita.
Ho dovuto trovare un nuovo equilibrio.
Andava oltre la ricerca di una casa, era proprio qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita.
E poi perché per me, avere la casa, era molto di più di avere solo una casa.
Era il mio pensiero fisso, la mia ossessione. Il mio desiderio più grande.
Avere la casa era poter dare un futuro ai figli che forse non avrò, avere una piccola rendita per avere più forza di lanciarmi nel vuoto, seguendo il mio prossimo sogno.
Un giorno però andai a camminare nella mia amata Litoranea, lì ci fu il click. Lo ricordo distintamente.
Il mare era incazzato e lo ero anche io. Reagì.
Non avrei permesso a nessuno di distruggermi un sogno.
Avrei combattuto contro tutti.
Come quella volta che venne l’infermiera ad accarezzarmi la fronte e mi alzai dal letto, camminai in quel corridoio con tante persone con le bandane, e capì che avrei combattuto e vinto anche quella sfida.
C’è la vecchia frase che dice chillu fatt che ripetere sempre la stessa cosa aspettandosi un esito diverso è nu strunz.
Beh dopo 3 case perse, io non sarei stato chillu strùnz.
Ho cambiato strategia, non avrei fatto più affidamento su nessuno.
Ho acceso le notifiche premium di Immobiliare, e non doveva passare più di 1 minuto dal momento della notifica alla mia chiamata.
Milano è una giungla, ma io avrei vinto contro tutte le agenzie, contro tutte le imprese che comprano e rivendono.
Avrei trovato un affare che loro non avrebbero visto , come faceva quel genio di mio nonno.
E così ho allacciato le mie Jordan, messo l’armatura da tigre, la stessa che avevo quei giorni lì, e sono sceso in strada, senza mai smettere di fare un lavoro che mi tiene almeno 9 ore al pc ogni giorno.
50 telefonate al giorno fatte tutte dalle 9 alle 9:30 e dalle 13 alle 14, e almeno 3 appuntamenti al giorno durante la settimana e almeno 6 di sabato e domenica.
Ho visto 74 case in due mesi.
Le corse per andare dall’ennesimo consulente, i progettini fatti all’una di notte su PowerPoint, il metro laser comprato dal negozio dei cinesi, le mille chiacchiere con i portinai di tutte le case di Milano.
Quando pensavo di essere al limite, c’era sempre un nuovo limite il giorno dopo.
Contro dinamiche che non mi metto a spiattellare qui su faccialibro ma che mi hanno prima ferito e poi motivato.
Chi mi è stato vicino in questo periodo sa quanto ho lottato.
Ragazzi è stata veramente dura ma oggi posso finalmente dirlo….
Sono Alessandro M. e sono proprietario di una casa da 90mq a Milano.
Ho vinto.
🔑🏠❤️
Peace
Ale